Mura Roma quadrata

  • tipologia:
    Mura difensive
  • quota:
    39m
  • anno:
    750 a.C
  • epoca:
    Regia


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Mura Roma quadrata

A metà tra leggenda e realtà storica archeologicamente documentata, per Roma quadrata si intendono tre diverse definizioni: una prima corrispondente al circuito dell'intero colle Palatino come riferiscono Plutarco, Dionigi di Alicarnasso e Appiano; una seconda, a una ristretta area monumentale, ovvero l'area Apollinis che occupava una piccola parte del Palatino; e una terza a un'ara/fossa sul medesimo Palatino. La morfologia dell'area geografica su cui insisteva la Roma primitiva può essere dedotta da analogie e da verifiche geologiche di quello e altri siti della valle del Tevere: era una zona caratterizzata da colline di altezza di solito contenuta, ma dai fianchi tufacei che potevano anche essere estremamente ripidi e con le sommità generalmente abbastanza pianeggianti, adatte quindi a ospitare nuclei abitativi che, per ovvi motivi di sicurezza, preferivano stabilirsi su queste alture piuttosto che nelle valli sottostanti. In particolare, la sommità del Palatino aveva una forma vagamente trapezoidale, che potrebbe essere stato il motivo per cui questa prima Roma venne definita "quadrata". Per la difesa di questi primi agglomerati urbani si sfruttava, per quanto possibile, la conformazione del terreno, nel senso che veniva eretto un muro o, piuttosto, un rinforzo, solo dove il pendio del colle non era abbastanza ripido da impedire l'accesso. Spesso all'esterno del muro veniva anche scavato un fossato tale da rendere quanto meno difficoltoso l'avvicinamento sui lati non difesi naturalmente. Il leggendario solco tracciato da Romolo aveva probabilmente una funzione di pomerium e quindi di confine, ed è abbastanza verosimile, data l'antica conformazione del colle, che il primitivo muro[8] e il fossato che lo accompagnavano fossero stati realizzati solo sul lato tra il Germalo e il Palatino, a difesa del lato più esposto, anche se il pomerium, per il suo significato di cinta sacrale, doveva certamente circondare tutto il centro abitato. Una diversa spiegazione dell'aggettivo "quadrata" viene fornita da Festo e da Properzio, i quali suggeriscono che quadrato potesse essere il mondus, cioè quella fossa che veniva scavata al centro esatto del pomerium e riempita di tutti quegli oggetti sacrificali e beneauguranti che i sacerdoti utilizzavano durante la complessa cerimonia di inaugurazione della nuova città. Il baluardo tra Germalo e Palatino è però poco più di una verosimile congettura, sulla base della presenza di un avvallamento, tra le due alture, un po' troppo accentuato. La Roma quadrata cui accennano alcuni autori classici[9] comprendeva invece entrambe le alture, con l'esclusione del colle Velia. Tacito fornisce alcune indicazioni in merito al primitivo recinto della città, in base alle quali è possibile ipotizzare il seguente percorso, lungo circa un chilometro e mezzo: dalla basilica di Sant'Anastasia al Palatino, all'incirca all'incrocio tra le odierne via dei Cerchi e via di S. Teodoro, lungo il lato meridionale del Palatino fino alla chiesa di S. Gregorio, piegando poi verso l'Arco di Costantino, quindi verso l'Arco di Tito e la basilica di Santa Francesca Romana per ricongiungersi poi al tracciato dell'odierna via di San Teodoro e scendere per il Velabro fino alla chiesa di Santa Anastasia. Le estremità erano segnalate da altari: l'ara massima di Ercole invitto nel Foro Boario, l'ara di Consonella valle del Circo Massimo, il santuario dei Lari ai piedi della Velia e le Curiae Veteres sull'angolo nord-orientale del Palatino. È abbastanza evidente che alcuni di questi tratti sfruttavano la naturale conformazione del colle e non necessitavano pertanto di alcun muro.

Bibliografia
Wikipedia - it.wikipedia.org


Mura Roma quadrata

Indirizzo:
Via dei Cerchi, 119, 00186 Roma RM, Italia

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